sabato 22 novembre 2008

Gira un morbo: Facebook

Ho ceduto alle lusinghe di Facebook, il social network che partito come semplice blog per la ricerca di compagni di un college americano, ne sta facendo di cotte e di crude in giro per il mondo.
Arrivati ad una "certa", come suol dirsi, si apre la grigia stagione dei ricordi. Oddio, non è che la mia sia così tanto in là, di "certa", ma forse ho una nostalgia precoce. Fatto sta che mi è venuta la voglia di, nell’ordine: cercare i vecchi fidanzati (che ne so, ti vengono in mente tutte le cattiverie fatte e ricevute e ti viene voglia di pagarla o di farla pagare…), cercare i vecchi compagni dell’asilo (poi ho pensato che di asilo ho fatto solo un giorno e forse il gioco non valeva la candela), cercare i compagni delle elementari e così via fino ai compagni di università. Dopo un giorno di ricerche ho scoperto che i miei coetanei o sono tutti morti (ma spero di no) o si sono vaccinati contro la sindrome da social network. Non ho trovato quasi nessuno. Invece ad una mia amica è successo di aver trovato solo due ex compagni di liceo, che tra loro erano già molto amici ai tempi, tanto da scatenare le gelosie di parecchi, lei compresa, perché lui era il bello e impossibile della classe e lei quella che le ragazze avrebbero voluto essere e che, visti i tempi, non potevano: disinvolta (in senso buono) coi maschi. Dopo aver chiesto la loro amicizia (si fa così), che loro hanno educatamente accettato, lei si è un po’ pentita. Sia perché il loro approccio nei suoi confronti è stato appena tiepido, sia perché la mia amica ha capito che in effetti non hanno nulla da chiederle, neanche come sta.
A questo proposito. oggi ho trovato un articolo su Repubblica online che parla del fenomeno, partendo da un libro americano uscito nel febbraio scorso dal titolo “Sono su Facebook, e adesso?”, analisi del dilemma tra “confirm o ignore”, ovvero: cosa rispondere a chi ti cerca ma non ti è mai stato particolarmente simpatico. Mi ci sono ritrovata... Ma per dire a che punto si arriva entrando in questo ingranaggio, c'è la testimonianza di una ragazza secondo la quale il tecnostress è aggiornare facebook ogni mattina. C’è pure raggiunge i duemila contatti e quindi non ci dorme la notte. Ho deciso che per me non sarà così.
Io dovevo fare quell’esperienza, dovevo attraversare la fase del “dove sei”, se no mi sarei sentita out. Devo dire che qualche amico che mi ha fatto piacere ritrovare, l'ho trovato. E ora comunque mi è rimasto ancora qualcuno da cercare. Sperando che non ci sia nessuno che alla mia richiesta di amicizia faccia clic su “ignora”. Mi ucciderebbe.

1 commento:

  1. e comunque sono contenta che sei entrata su facebook... :=)

    complimenti per questo gradevole blog. silvia

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